Il debito pubblico italiano, frutto esclusivo della corruzione politica e burocratica e della evasione fiscale, continua a preoccupare l’economia e la finanza globalizzata.
L’agenzia di rating internazionale cinese Dagong Global Credit Rating ha ieri declassato il debito pubblico sovrano della repubblica italiana da A – a BBB, con un outlook negativo, il che, per un paese avanzato e complesso come è l’Italia, equivale a ridurre la valutazione finanziaria (ma anche e soprattutto di tenuta economica e politica del paese) ad un livello che porta l’Italia al di fuori del giro delle grandi potenze economiche mondiali.
L’Italia è fuori dal grande giro che conta, con un futuro che promette solo peggioramenti, sacrifici immensi e dolorose perdite di potere d’acquisto, potere contrattuale e peso politico.
Il rischio di contagio della crisi italiana, mette in pericolo l’intera Eurozona.
Infatti il giorno successivo al downgrade italiano e la minaccia da parte dell’agenzia di rating internazionale Standard & Poor’s di declassare l’intera eurozona, ecco arrivare il declassamento effettivo del rating francese da AA- ad A+.
La situazione europea, ed in particolare la condizione italiana, appaiono sempre più critiche e pericolose.
L’Italia, in particolare, è ormai solo ad un passo dal vedersi valutati i bond italiani (BOT e BTP), emessi a garanzia e rifinanziamento del debito pubblico sovrano al valore della mera carta sulla quale sono stampati.
L’indicazione del rating italiano a BBB infatti, porta il bond italiano ad un passo dalla definizione di “junk bonds” (titolo spazzatura), così come è definito nella Bond Rating Definition:
AAA and AA: High credit-quality investment grade
AA and BBB: Medium credit-quality investment grade
BB, B, CCC, CC, C: Low credit-quality (non-investment grade), or “junk bonds”
D: Bonds in default for non-payment of principal and/or interes
Il declassamento ulteriore del debito sovrano italiano porterebbe ad un indirizzo di disinvestimento e di non investimento in titoli italiani.
Sarebbe la certificazione di morte della repubblica italiana, sarebbe la realizzazione del completo fallimento dell’entità statuale italiana, sia come unità politica che come unità economica e finanziaria.
Ma il passo è più breve di quel che si pensi.
Esiste infatti un debito pubblico italiano nascosto fra le pieghe dei bilanci (e fuori da essi) locali, regionali, provinciali e comunali, compreso e soprattutto l’universo delle società pubbliche e pubblico-private di “presunto servizio pubblico” locale.
La domanda giusta è:
le agenzie di rating internazionale hanno dati ed informazioni analitiche su questo debito pubblico grande quanto quello sovrano?
Le agenzie di rating sono a conoscenza che il debito pubblico italiano è frutto esclusivo della corruzione politica e burocratica e della evasione fiscale?
Le agenzie di rating sono a conoscenza del fatto che il 90% dei grandi appalti pubblici italiani viene aggiudicato alle organizzazioni mafiose?
Inoltre, perché dovrebbe pagarlo il popolo italiano questo debito pubblico costruito con la corruzione politico-burocratica?
E perché dovrebbe pagarlo un francese piuttosto che un tedesco o un olandese il debito pubblico italiano della truffa organizzata e continuata?
E perché lo stato italiano non rende pubblici i dati sulla partecipazione al prelievo fiscale?
Quanto partecipano effettivamente al prelievo forzoso fiscale i lavoratori dipendenti ed i pensionati?
E quanto gli artigiani?
Quanto i commercianti?
Quanto i professionisti?
Quanto gli industriali?
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
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