Archivi per la categoria ‘organizzazioni mafiose’
mercoledì, 11 aprile 2012
Sono sempre stato e resto posizionato contro ogni forma di illegalità e sono andato via dalla lega l’anno scorso, quando era ormai chiaro che i conti non tornavano tutti.
Ma non per questo rinnego la innegabile valenza politica leghista, che è e resta molto al di sopra della media partitocratica idagliana, che sta nella maggioranza del governo Monti perché non vuol perdere voti e faccia, ma continua a gambizzare ogni riforma ed ogni liberalizzazione del governo Monti, sia ben chiaro questo.
La Lega di Roberto Maroni è e resta una delle poche isole felici del panorama politico italiano insieme al movimento 5 stelle di Beppe Grillo e alla IDV di Antonio Di Pietro, non necessariamente nell’ordine espresso.
La irrisolta (ormai da secoli) questione meridionale resta il più grave conflitto sociale, civile, comunitario, economico, finanziario, amministrativo e pubblico-privato italiano.
Gli “accessori politici” della Lega riguardo l’immigrazione, il federalismo, la diminuzione dei costi e dei lacci della politica e l’inefficienza e l’inefficacia amministrativa della macchina-stato pubblico-roma ladrona restano tutte battaglie di grande interesse popolare.
Sono le deviazioni e le degenerazioni degli ultimi anni che vanno punite e perseguite.
Ma nulla, ripeto, nulla dell’impianto politico leghista è da smantellare, poiché molto sentito e condiviso dalle popolazioni del nord, nonostante tutto.
Non esiste infatti in italia altro corrispettivo fra un partito o movimento politico ed un popolo ed un territorio come quello che esiste fra la lega nord ed il nord, tanto da far coniare il termine di “politica territoriale”.
Roberto Maroni sta vincendo la sua battaglia per la legalità condotta all’interno della Lega Nord solo grazie al seguito umano, politico e morale che egli riscuote nel popolo del nord e non solo del nord.
Mai un avvicendamento al vertice di un movimento politico italiano si è adempiuto in assenza di prassi e metodi politici consolidati nella storia della partitocrazia italiana.
Niente strani finanziamenti, niente strani acquisti di pacchetti di tessere intestate a sottoscrittori di elenchi telefoni, niente sotterfugi:
solo pura lotta politica.
In nessun altro partito italiano un uomo politico avrebbe potuto fare pulizia come ha fatto Roberto Maroni nella Lega, con il solo seguito politico morale, e umano di cui dispone.
Un esempio che dovrebbe essere seguito in tutti i partiti politici italiani.
Partiti che hanno solo un popolo di iscritti fatto di tessere e di claque.
L’insegnamento non raccolto dalla partitocrazia nella esperienza leghista, è che dietro ad ogni tessera, vi sono un uomo o una donna, e niente altro.
Ed il criterio vincente di selezione della dirigenza leghista sta proprio in quel popolo di uomini e di donne, e non nel finanziatore più o meno occulto.
Ecco, queste precisazioni erano per me doverose, nei confronti di quelle persone con cui ho condiviso battaglie importanti nella mia vita.
Diamo quindi il benvenuto alla nuova Lega, alla Lega di Roberto Maroni.
Che Dio e gli uomini possano garantire lunga vita a uomini come Roberto Maroni.
In qualunque schieramento politico siano e sotto qualsiasi vessillo essi militino.
Pulizia, pulizia, pulizia.
Legalità, legalità, legalità.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
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martedì, 10 aprile 2012
Il welfare italiano è tutto da rifare, poiché pieno di privilegi arroganti per i furfanti e totalmente privo di diritti per i cittadini:
siamo in pieno medioevo, ed in questa cosa, Monti non c’è.
Ma c’è invece tutta la partitocrazia che, invece di difendere famiglie ed aziende si è definitivamente compromessa in una Questione Morale Infinita, senza soluzione di continuità.
Qualcuno dice che in italia le leggi le fanno i fuorilegge.
Può darsi.
Certo è che questa casta politica, burocratica, partitocratica e sindacale rappresenta un freno potente contro ogni forma di liberalizzazione e di riforma in senso progressista.
Una sorta di coagulo di sottosviluppati trogloditi riuniti in caste abusa del potere pubblico a fini di arricchimento personale tramite la difesa ad oltranza, anche contro gli interessi dell’intero paese, di uno status quo impagabile da qualunque popolo civile, da qualunque comunità sociale.
In tutta questa follia incivile e mafiosa, il cambiamento è sempre stato punito, invece della dovuta punizione al male oscuro del paese.
Così sono caduti Benito Mussolini, Aldo Moro, Bettino Craxi, Umberto Bossi.
Ognuno di loro, con volontà, obiettivi, modalità, effetti e prassi differenti ha tentato il cambiamento.
Ognuno di loro è stato politicamente ucciso per aver cambiato lo stato o solo per aver tentato di farlo.
Cosicché, in questo paese mafioso, usurato ed assai corrotto, “i peccatori” si salvano sempre, attraverso la loro cancerogena infiltrazione dello stato e di quei poteri che dovrebbero contenere gli eccessi e gli errori del potere politico (informazione, magistratura, sindacati, parti sociali, etc), mentre chi tenta il cambiamento “in meglio”, viene pomposamente redarguito con il solito: “chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.
Se rubi poco ovvero rubi senza essere autorizzato dal consociativismo delle caste mafiose, vieni scandalosamente additato come il solito moralista preso con le mani nel sacco.
Ma se rubi con il metodo mafioso consociativo, allora sei dei loro, e qualcuno farà la telefonata giusta al giudice giusto, per salvarti, o per ammazzarti, a seconda della convenienza del momento.
Ma, queste caste mafiose così attaccate alle poltrone del potere pubblico non molleranno mai la presa.
Occorre una nuova politica che chiuda il rubinetto delle carote ai membri di queste caste mafiose e lo apra in favore di cittadini lavoratori, delle famiglie, delle aziende.
Occorre un bastone per questa gente, non una carota, ma un lungo bastone nodoso.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
Tag:Aldo Moro, articolo 18 statuto dei lavoratori, articolo 21 costituzione italiana, aziende, Benito Amilcare Andrea Mussolini, benito mussolini, bettino craxi, casta burocratica, casta partitocratica, casta politica, corruzione, crisi italiana, democrazia, democrazia bloccata, downgrade italia, evasione fiscale, fall out italia, fall out italy, famiglie, giustizia, governo politico, governo tecnico, informazione, magistratura, partitocrazia, politica, questione italiana, questione meridionale, questione morale, questione settentrionale, sicurezza, stato di diritto, stato di fatto, stato mafioso, usura, welfare, welfare italiano, welfare system
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venerdì, 6 aprile 2012
L’incuria di decenni non potrà mai essere salvata da qualche misera vittoria riformatrice passata nel tritatutto della casta politica italiana.
Meglio poco che niente.
Questa è la politica del premier Mario Monti.
Realisticamente il Super Mario italiano si accontenta di raccogliere quel che può nel mare magnum del bizantinismo all’italiana, dopo decenni di democrazia bloccata e di immobilismo voluto e ricercato dalla casta politica, sindacale e burocratica italiana (l’uso del singolare è voluto: sono la stessa casta, non tre differenti e diverse).
Molto più realisticamente si può e si deve fare i conti con un paese che rifiuta ogni cambiamento ed ogni avanzamento sociale, civile, economico e politico.
Preferiscono le truffe al duro lavoro quotidiano, perché barattano e valutano il misero costo di un processo penale senza alcuna conseguenza effettiva punitiva, con l’arricchimento veloce e verticale che offre il mondo del malaffare, della illegalità diffusa, della corruzione, della evasione fiscale, dell’usura e della mafia.
In Italia, è stato reso troppo conveniente rubare ed estorcere, truffare e frodare.
Ed ora è forse troppo tardi per ogni rimedio, in specie, se intralciato da una classe dirigente impronunciabile, innominabile, insidancabile, ed impunibile.
E allora, nasce l’esigenza di affrontare la realtà e realizzare che il tempo della carota è finito.
Questo, è il tempo del Bastone, questo è il tempo della applicazione della forza sociale contro il caos voluto dalle mafie.
E tornò il tempo del Bastone e dell’Olio di Ricino.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
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domenica, 1 aprile 2012
Incredulo leggo un articolo de Il Mattino di napoli che titola:
Prete pedofilo, il cardinale Sepe
«Mettiamoci sotto la croce e preghiamo»
Il cardinale ed arcivescovo di napoli crescenzio sepe, a seguito del programma tv Le Iene (Italia Uno puntata 29/03/2012) che ha denunziato la vicenda di un parroco di marano di napoli con “particolari attenzioni verso i giovani”, invita a «metterci sotto la croce di Cristo vuol dire pregare anche per chi, direttamente o indirettamente con il suo comportamento ha offeso e offende il volto Santo di Cristo e della sua Chiesa».
E questo detto durante la sacra celebrazione della Santa Messa della Domenica delle Palme.
Insomma mettere una pietra sopra o una croce sopra l’immoralità e l’illegalità, pare sia divenuto lo stile di vita consolidato e benedetto dalla Chiesa Cattolica e dallo Stato italiano a napoli.
Pedofili perdonati, corrotti perdonati, camorristi perdonati:
e tutto è bene quel che finisce bene.
Quel che proprio non va giù, quel che non è ricevibile, quel che non potrà mai essere accettata è l’arroganza che è figlia di tanta ignoranza.
L’arroganza di un arcivescovo di napoli, cardinale napoletano della chiesa cattolica indagato per corruzione che chiede di perdonare un prete pedofilo, di mettersi tutti sotto la croce della chiesa cattolica da egli diretta e pregare per il perdono.
Ma il tempo per il perdono è terminato e la pazienza del popolo indignato è ormai agli sgoccioli.
Questa commedia alla napoletana deve finire, questa arroganza e questa manifesta e pubblica dimostrazione di intoccabilità e di ossequio alla immoralità non è civile.
Abiurare ogni forma di dignità per violare continuamente una questione morale impagabile, perdonare sempre chi commette gli abusi e dimenticare in ogni caso chi li subisce, propone un modello di corruzione materiale e morale irricevibile, incondivisibile, da respingere al mittente.
Il modello napoletano che un cardinale napoletano chiede ancora di perdonare.
E no, adesso basta:
la misura è molto più che colma.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
Tag:angelo balducci, arcivescovo di napoli, cardinale, Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Giubileo dell'Anno 2000, Gran Cancelliere della Pontificia Università Urbaniana, Il Mattino di napoli, italia uno, italia uno le iene 29/03/2012, Le Iene, le iene puntata 29 marzo 2012, monnezza napoletana, napoli, Oppressione Napoletana, palazzo di Propaganda Fide in Piazza di Spagna, Pietro Lunardi, Propaganda Fide, sepe crescenzio
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sabato, 31 marzo 2012
Perché l’Italia non trova la strada per uno sviluppo che sia umano, politico, economico e finanziario?
Perché in questo paese la cioccolata ha deciso di non condividere più la merda.
Se chi ha responsabilità di governo non elimina la merda dal paese, la cioccolata o si isola e se ne frega, o se ne va in altri luoghi dove la cioccolata venga ricompensata da cioccolata e non da merda e dove la merda, non venga pagata come cioccolata.
Ed è tutto qui, tutto in questa svista l’empasse del paese, una svista che confonde i sensi:
stesso colore, ma non lo stesso sapore ed odore.
La casta politica ha il dovere di agire eliminando questa svista prodotta da un eccesso di benessere che ha privilegiato la merda, e non può ne deve chiedere maggiore partecipazione e coesione sociale ad una cioccolata ormai distaccata ed isolata dai maltrattamenti ricevuti.
La casta politica deve agire, deve ricondurre la cioccolata ad elemento principe da assaporare e deglutire e la merda a mero escremento da defecare.
Altrimenti è tutto inutile.
Altrimenti lo sviluppo non potrà insediarsi un un paese in cui si è commesso un grave errore di valutazione che si pretende paghino cioccolate estere e nazionali.
Non si può pagare la merda al prezzo della cioccolata e pretendere di pagare la cioccolata ad un prezzo di merda.
E men che meno, si può pretendere una fusione ed una coesione fra merda e cioccolata, poiché la cioccolata preferirebbe fuggire piuttosto che essere disciolta in un cesso.
Ed è tutta questa merda che frena lo sviluppo, più di ogni altra cosa.
E non è di alcun interesse che la merda sia maggioranza nel paese e possa prevalere con il pretesto democratico:
merda è, e merda resta.
Una maggioranza di merda non produce il cibo degli dei, ma solo tanta altra merda.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
Tag:cacao, cibo degli dei, cioccolata, corruzione, democrazia abusata, dittatura dei mediocri, economia, evasione fiscale, finanza, giustizia, illegalità diffusa, mafiosi, mediocrazia, merda, morire di diritto, organizzazioni mafiose, privilegio, sicurezza, usura
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giovedì, 29 marzo 2012
L’eredità che ci ha lasciato la casta politica italiana?
- un enorme debito pubblico sovrano pari all’ammontare complessivo accumulato nel tempo della corruzione di politici, amministratori e burocrati;
- una condizione di degrado sociale, economico e finanziario spaventosa;
- una illegalità diffusa impareggiabile;
- un predominio incredibile delle organizzazioni mafiose;
- una evasione fiscale e dell’adempimento dei propri doveri allucinante;
- una usura sia morale che materiale delle famiglie e delle aziende ineguagliabile;
- una crisi umana, politica, sindacale, della Pubblica Amministrazione, del governo, della economia, delle imprese e delle famiglie profonda e dannosa.
- una disoccupazione ed una inoccupazione dolorosamente giovanili;
- una ricerca scientifica che era all’avanguardia nel mondo, ridotta ad un esilio forzato delle migliori menti italiane;
- una questione meridionale irrisolta che ha scatenato una questione settentrionale;
- un assurdo consolidamento dei privilegi di chi tutto ciò che è vecchio ed un vero e proprio massacro di tutto ciò che è giovane e nuovo;
Questa è l’eredità che le classi dominanti italiane, in primis quella politica, burocratica e sindacale, hanno lasciato in eredità al popolo sovrano.
Questo è il costo che deve pagare chi è nato in questo paese, anche se non ne condivide lo stile di vita “bizantino”, anzi, lo abiura.
Questa è l’italia.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
Tag:bettino craxi, casta burocratica, casta politica, casta sindacale, classe dominante, crisi economica, crisi energetica, crisi industriale, crisi politica, dc, degrado economico, degrado finanziario, degrado sociale, democrazia cristiana, disoccupazione, downgrade italia, esecutivo, evasione fiscale, fall out italia, fall out italy, fondo anti-crisi, forza italia, Giorgio La Malfa, giulio andreotti, governo, governo tecnico, IDV, illegalità diffusa, inoccupazione, italia, italy, lega nord, made in italy, Mario Monti, Massimo d'Alema, mondo del lavoro, organizzazioni mafiose, paese reale, partito repubblicano italiano, partito socialista italiano, PD, PDL, politica italiana, popolo sovrano, premier, pri, psdi, psi, pubblica amministrazione, ricerca scientifica, sel, Silvio Berlusconi, stato, stato di diritto, stato di fatto, udc, usura
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giovedì, 29 marzo 2012
La Legalità non è un dogma.
La Legalità è prassi quotidiana.
Dolorosa, faticosa, procedura che impedisce ai soliti furbi di prevalere sui soliti onesti.
E se gli onesti periscono, cadono abbattuti dalla violenza prevaricatrice, allora la prassi è sbagliata e la procedura è da cambiare.
Chi è disposto a fare pulizia?
Interrogato il morto, nessuno rispose.
No, il morto non è l’ennesimo caduto sotto i colpi delle mafie e dell’omertà sociale.
Il morto è lo stato, ucciso da quelli che la legalità avrebbero dovuto difendere ed affermare.
La Legalità non è un dogma:
è una umana affermazione quotidiana del bene sul male.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
Tag:Agente di Polizia, anti mafia, Arma dei Carabinieri, contrasto alla illegalità, dda, DIA, finanziere, francesco marcone, giornata della legalità, giudice, guardia di finanza, illegalità diffusa, legalità, Libera, magistrato, magistratura, omertà, organizzazioni mafiose, polizia di stato, poliziotto, principio della legalità, stato, stato di diritto, strage degli innocenti
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mercoledì, 28 marzo 2012
Nella Svizzera di questi giorni, si dibatte politicamente e pubblicamente di una annessione della Lombardia alla Confederazione Elvetica.
Il che, unito alle medesime ipotesi che riguardano due regioni del sud della Germania (Baviera e Baden-Württemberg), propone una interessante quanto affascinante ipotesi di una Nuova Europa che nasce e si estende basandosi sull’ormai consolidato modello elvetico di coabitazione italo-austro-franco-tedesca.
Quel che mi fa rabbia però, è vedere il sud migliore (per me, sicilia, calabria e campania le può anche inghiottire il mare, non ho alcun interesse al loro destino) che si compiace in idiozie di specie simil-culturali ed in finezze convegnistiche senza senso e senza nesso alcuno, allorquando si ergono sfide storiche di questa grandezza da analizzare e da affrontare.
La questione meridionale esiste e resiste:
non è stata nemmeno analizzata e valorizzata sul nuovo modello europeo che sta nascendo in Svizzera.
Dormite, ironizzate, compiacetevi pure:
vedrete che bel futuro vi attende.
Sarà il futuro che voi vi sarete costruiti.
Niente altro che quello.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
Tag:annessione, Austria, Baden-Württemberg, Baviera, calabria, campania, Confédération Suisse, Confédération Svizzera, confederazione elvetica, Confederazione Elvetica Europea, Confederaziun Svizra, crisi economica, crisi energetica, Crisi europea, crisi finanziaria, crisi greca, crisi italiana, crisi politica, francia, germania, Giuliano Bignasca, gustavo gesualdo, il cittadino x, italia, Lega dei Ticinesi, lombardia, meridione, mezzogiorno, ministro della difesa della confederazione elvetica, Modello Elvetico Europeo, nuovo modello europeo, nuovo modello federalista, Opinion Leader, public opinion, secessione, separazione, sicilia, sud, ticino, Ueli Maurer
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venerdì, 23 marzo 2012
Il presidente della regione lombardia roberto formigoni definisce i continui scandali corruttivi che coinvolgono personalità e personaggi importanti del pirellone come una falla al sistema dei controlli anti-corruzione.
Ma, caro formigoni, una falla rappresenta un elemento di discontinuità e di irregolarità limitato nel numero dei casi e nel tempo.
Quando invece i casi di ipotetica corruzione sia morale che materiale irrompono come una cascata imponente e quando, questi stessi casi corruttivi, divengono un treno che pare non avere mai fine, allora, caro formigoni, questa non è solo una falla, ma verifica invece un vero e proprio “sistema” fallimentare.
L’antica e mai veramente affrontata questione della corruzione elevata a sistema scuote il modello lombardo, preso sino a ieri come punto di riferimento per la efficienza e la efficacia amministrativa.
Oggi, il sistema lombardo è entrato in crisi, mentre il termine corruzione continua ad apparire come ad un fiume in piena, proiettato nell’immaginario collettivo come un sistema corruttivo causale lombardo piuttosto che ad una mera discontinuità casuale nel sistema del governo regionale lombardo.
La caduta del berlusconismo produce la caduta del lombardismo come punto di riferimento politico positivo?
Una falla non può mettere in pericolo il sistema complesso e funzionale lombardo, di cui rimane ormai solo l’esteriorità della obbligatorietà uniformale della giacca nelle sedute consiliari lombarde, rafforzando così l’immagine collettiva che il colletto bianco di una camicia che risalti sotto una giacca, non determini purezza morale ma solo una sensazione di pulizia formale.
Le sentenze le emettono i tribunali:
la pubblica opinione invece vive nella realtà quotidiana, compresa e non esclusa, quella di una urna elettorale per l’elezione del consesso regionale più indagato d’italia.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
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mercoledì, 21 marzo 2012
Non esiste sicurezza senza legalità.
Non esiste legalità senza giustizia.
Non esiste giustizia senza etica.
Non esiste etica senza morale.
Insomma, la sicurezza è una questione morale.
E non la possono impugnare corrotti, mafiosi e loro amici di merende.
Poiché la dilagante presenza della corruzione e infiltrazione delle mafie rappresenta la più grande Questione Morale Italiana.
Nessuna politica e nessun politico ha il diritto di dividere un paese ed un popolo imponendo di scegliere fra sicurezza e legalità, fra forze dell’ordine e magistratura:
esse sono la stessa cosa e possiedono la stessa natura morale dell’ordine pubblico, dell’essere pubblico, dell’essere civile.
Un popolo, non è un agnello sacrificale da immolare sul posizionamento elettorale o da spartire, come si fa con una tangente, nelle “riserve di caccia” del consenso popolare.
Il popolo è una cosa seria:
il popolo è sovrano.
Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre
detto
l’Incorruttibile
Tag:Arma dei Carabinieri, carabinieri, essere civile, essere pubblico, etica, finanzieri, forze dell'ordine, giudici, giustizia, guardia di finanza, guardie particolari giurate, legalità, magistratura, morale, ordine pubblico, politica, polizia di stato, poliziotti, questione morale, questura, sicurezza, Sicurezza Privata, Sicurezza Pubblica, tribunale, vigilanza
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